Lo shoji viene costruito partendo da un sottile graticcio di legno di cedro Akita a grana uniforme e rifinito senza verniciarlo per mettere in risalto la texture originale e il profumo del cedro. Un lato viene poi coperto di carta washi Echizen proveniente dalla prefettura di Fukui, una delle tre migliori carte giapponesi tradizionali. La carta washi Echizen ha una storia che risale a 1500 anni fa, è molto resistente e viene fornita in grandi fogli, poi applicata senza giunture sul fusuma (porta scorrevole) e sul byobu (paravento). I tre pannelli vengono poi uniti insieme da cerniere di carta incollate sulla carta washi. Se si utilizza il tradizionale procedimento giapponese, queste partizioni sono realizzate unicamente in cedro di Akita e carta washi Echizen senza l’utilizzo di elementi metallici. La partizione ha un’altezza di 135 centimetri, lievemente più bassa di quelle standard, ma sufficiente a non essere visti quando si è seduti. Nonostante le modeste dimensioni, la luce delicata che filtra dalla carta washi aggiunge profondità allo spazio. Disponibile rivestita in carta giapponese oppure solo come struttura in cedro di Akita, l’elegante tensione del graticcio Shoji conferisce ritmo allo spazio.